Piazza Ghiaia è una zona di Parma storicamente dedicata al mercato. Il nome le è dato dall'origine del luogo, sorto sui detriti ghiaiosi depositati dal torrente Parma nel 1177. In quell'anno violente piogge si riversarono sulla città e sulla montagna parmense, producendo una enorme e disastrosa piena che spostò il corso del fiume ad Ovest.
In quell'epoca non esistevano ancora difese adeguate e spesso le inondazioni allagavano le strade della città. La piena del 1177 fu veramente eccezionale, e vide i fiumi Taro, Parma ed Enza unirsi in un unico bacino. In città, il torrente Parma irruppe ad Ovest, invadendo l'Oltretorrente (allora denominato Co' di Ponte), depositando nel mentre detriti ghiaiosi ad Est, fino a seppellire l'antico ponte romano (due arcate del quale sono ancora visibili dal sottopasso del Ponte di Mezzo). Il letto del Parma rimase deviato definitivamente di 130 metri.
Dal lato Est del torrente venne così a crearsi un'ampia zona ghiaiosa, che prese il nome di
"Giara piccola" (nella zona dell'attuale via Romagnosi) e di
"Giara grande" (l'attuale Piazza Ghiaia). Entrambe le aree si trovano tuttora al livello del fiume, quindi più in basso dei manufatti difensivi divenuti poi, nell'Ottocento, Lungoparma.
Fin dal Medioevo, tali aree furono adibite a mercato.
All'epoca di Maria Luisa vi insistevano anche attività stabili di mercato bestiame e di macello. La duchessa volle riprogettare la funzione dell'area, mantenendo il macello ed il mercato, spostando altrove il foro boario.
Fece così costruire, nel 1837, le famose Beccherie su progetto di Nicola Bettoli. La costruzione aveva un lunghissimo colonnato, ed ospitava il macello e le macellerie della città, che potevano così utilizzare una ghiacciaia comune, garantendo una maggiore igiene. Inoltre il palazzo aveva funzioni sociali, visto che il primo piano era destinato ad ospizio per i poveri, e ad asilo per bambini.
Le beccherie sono state demolite nel 1928, durante il fascismo, dal sindaco "picconatore" Giovanni Mariotti, lo stesso che demolì le mura farnesiane e diversi borghi dell'Oltretorrente.
Per tutto il periodo successivo alla seconda guerra mondiale, Piazza Ghiaia ha continuato ad ospitare attività di mercato, alimentare e non. Fu attrezzata nel 1964 dal Comune di Parma con strutture provvisorie che ospitavano le attività commerciali a prezzi calmierati. Le strutture furono ricostruite nel 1996 e gestite dal Comune fino al 2007, anno della loro demolizione definitiva, in funzione di una ristrutturazione non ancora terminata.
Nel primo decennio degli anni duemila, la piazza è stata oggetto di decisioni fortemente osteggiate da parte della popolazione. Ne è stato deciso il rifacimento in project-financing da amministratori poi dimessisi nel 2011 con forte scandalo per la disinvolta gestione delle finanze comunali. I lavori hanno così subito pause forzate, dovute a ricorsi della Sovrintendenza e associazioni di cittadini, rimanendone peraltro parziale la realizzazione ad oggi (2012).
Attualmente la piazza risulta coperta da un'alta tettoia in vetro e ferro verniciato. Lo scalone ottocentesco che la collegava al livello del vicino ponte e del Lungoparma è stato ridotto ad un terzo della sua larghezza originaria. Le piccole attività commerciali che ne occupavano la superficie, sono state spostate ad un livello interrato gestito da azienda privata, mentre altri due piani interrati sono in corso di scavo da lunghissimo tempo, tra le ghiaie portate dal torrente nel lontano 1177 e gli strati archeologici sottostanti, di età romana e preromana.